La guida di Natacha

Natacha
La guida di Natacha

Visite turistiche

Bellano è una piccola cittadina sulla sponda orientale del Lago di Como, chiusa tra le rocce delle Grigne e l’acqua del Lario, attraversata inoltre dalle acque gelide del Pioverna. Quest’ultimo, nel tempo, ha scavato la roccia creando un piccolo canyon: il suo nome è Orrido di Bellano. Bellano è un pittoresco paese di pescatori, con strade strette e edifici colorati. Non è particolarmente elegante, ma qui puoi respirare il vero profumo del lago e della natura. Dal piccolo porto turistico puoi ammirare le altre città del Lario, come Bellagio o Menaggio: da qui puoi osservare come cambia il tempo sul lago e cosa accade prima di una tempesta… Qualcosa di magico! Orrido di Bellano L’Orrido di Bellano nasce dalla forza del torrente Pioverna, che con le sue acque gelide dalla Valsassina ha scavato per millenni nella roccia, fino ad eroderla, con un risultato stupefacente. Non è un’esperienza estrema a livello fisico, in quanto il percorso è totalmente attrezzato con passerelle e affacci… Ma l’incessante forza della natura e l’assordante gorgoglio dell’acqua ti lasciano senza fiato, e l’unica cosa da fare è ammirarli in silenzioso e stupefatto rispetto. Santuario di Lezzeno Secondo la tradizione, il 6 agosto del 1688, un contadino passò davanti ad una cappella dedicata alla Madonna e dopo recitata la preghiera, vide che la Madonna piangeva lacrime di sangue. Avvisati parenti, amici e parroco, corsero tutti a Milano. Su questo fatto si fece erigere il Santuario, che, posizionato su di una altura, domina il Lago di Como. Ricco di ornamenti di pregio, è un luogo di pellegrinaggio rinomato e richiesto, soprattutto per la tradizione all’accoglienza dei visitatori e delle famiglie. Menu di Pesce Il pesce del Lago di Como è di prima qualità. Un must da provare è il missoltino, una particolare variante di agone essicato, servito con speciali condimenti. L'agone è un lontano parente delle alici e delle acciughe, rimasto intrappolato secoli fa durante il disgelo nelle acque del lago e adattatosi al nuovo ambiente. La salatura e l'essicatura dei pesci sono processi antichi, le cui tracce risalgono almeno al periodo medioevale. La pesca stagionale all'agone si apre in tarda primavera: un appuntamento fisso che scandisce la vita dei piccoli borghi costieri. Sentiero del Viandante Un itinerario green tra storia e natura, il Sentiero del Viandante è quello che fa per te! Il percorso che collega Abbadia Lariana a Perledo ripercorre le orme degli antichi Romani, i primi a percorrere questi sentieri lungo la sponda orientale del Lago di Como per raggiungere i piccoli insediamenti più isolati. Lungo il tragitto lasciati trasportare indietro nel tempo ascoltando la voce della natura e i suoi profumi che, nonostante i secoli intercorsi, sono rimasti immutati nel tempo fino ad oggi! Escursione in Barca a Vela Bellano, grazie alla sua posizione strategica, la rende un punto di partenza perfetto per escursioni in barca a vela, nonché come campo di regata ideale. Durante tutto l’anno il vento termico che i locali chiamano Breva soffia da sud da mezzogiorno fino al calar del sole: condizione favolosa per veleggiare sulle acque blu intenso del Lago di Como. Per i più timidi, si può rimanere acciambellati sul lungo lago di Bellano sul Lago di Como ed ammirare il volteggiare delle vele bianche sullo specchio d’acqua di fronte alla ridente cittadina della sponda orientale del Lario.
paleocristiane e affreschi parietali, numerosi resti di chiese romaniche tra cui la cripta della basilica di S. Eufemia: questo e molto altro costituisce il prezioso patrimonio artistico dell’Isola Comacina, nonché disegnano il suo innegabile fascino. Unica isola del lago di Como, fu protagonista della storia comasca in età romana e altomedievale risultando un oppidum militare, un fulcro politico, nonché uno dei più importanti centri religiosi della diocesi. Tragico scenario durante le battaglie con il Barbarossa, venne abbandonata fino agli inizi del ‘900. Da qui in poi divenne un sito archeologico la cui importanza travalica i confini locali, tanto da farla collocare tra le aree archeologiche più interessanti dell’Italia settentrionale per l’altomedioevo. Partendo dal museo archeologico Antiquarium, nei pressi del quale è possibile visitare la chiesa romanica di S. Maria Maddalena dal famoso campanile gotico, ci si imbarca sulle acque del Lario, attraversando la cosiddetta Zoca de l’Oli, fino a raggiungere l’isola Comacina.
115 recommandé par les habitants
Isola Comacina
115 recommandé par les habitants
paleocristiane e affreschi parietali, numerosi resti di chiese romaniche tra cui la cripta della basilica di S. Eufemia: questo e molto altro costituisce il prezioso patrimonio artistico dell’Isola Comacina, nonché disegnano il suo innegabile fascino. Unica isola del lago di Como, fu protagonista della storia comasca in età romana e altomedievale risultando un oppidum militare, un fulcro politico, nonché uno dei più importanti centri religiosi della diocesi. Tragico scenario durante le battaglie con il Barbarossa, venne abbandonata fino agli inizi del ‘900. Da qui in poi divenne un sito archeologico la cui importanza travalica i confini locali, tanto da farla collocare tra le aree archeologiche più interessanti dell’Italia settentrionale per l’altomedioevo. Partendo dal museo archeologico Antiquarium, nei pressi del quale è possibile visitare la chiesa romanica di S. Maria Maddalena dal famoso campanile gotico, ci si imbarca sulle acque del Lario, attraversando la cosiddetta Zoca de l’Oli, fino a raggiungere l’isola Comacina.
Villa del Balbianello: sul lago di Como il rifugio di un grande esploratore! Villa del Balbianello. Un nome che evoca le ville di delizia, affacciate sui panorami bellissimi e struggenti del lago di Como. Un’attrattiva irresistibile! La storia di Villa del Balbianello Proprio per essere un luogo di delizie Villa del Balbianello fu edificata a fine ‘700 dal cardinale Angelo Maria Durini, inglobando un monastero francescano sulla punta di Lavedo, che abbiamo attraversato con una tranquilla passeggiata nel bosco per raggiungere l’ingresso. La villa, dalla sagoma inconfondibile vista dal lago, dove si affaccia la piccola chiesa dell’antico convento, quasi abbracciata dai suoi due campanili, passò in eredità a diverse famiglie della nobiltà milanese e conobbe anni felici, quando suoi ospiti erano letterati e intellettuali come Giuseppe Parini, Silvio Pellico, Giovanni Berchet, Giuseppe Giusti e Alessandro Manzoni.
337 recommandé par les habitants
Villa Balbianello
Via Guido Delmati
337 recommandé par les habitants
Villa del Balbianello: sul lago di Como il rifugio di un grande esploratore! Villa del Balbianello. Un nome che evoca le ville di delizia, affacciate sui panorami bellissimi e struggenti del lago di Como. Un’attrattiva irresistibile! La storia di Villa del Balbianello Proprio per essere un luogo di delizie Villa del Balbianello fu edificata a fine ‘700 dal cardinale Angelo Maria Durini, inglobando un monastero francescano sulla punta di Lavedo, che abbiamo attraversato con una tranquilla passeggiata nel bosco per raggiungere l’ingresso. La villa, dalla sagoma inconfondibile vista dal lago, dove si affaccia la piccola chiesa dell’antico convento, quasi abbracciata dai suoi due campanili, passò in eredità a diverse famiglie della nobiltà milanese e conobbe anni felici, quando suoi ospiti erano letterati e intellettuali come Giuseppe Parini, Silvio Pellico, Giovanni Berchet, Giuseppe Giusti e Alessandro Manzoni.
Villa Carlotta è un edificio sito nel comune di Tremezzina in provincia di Como e posto sulle rive del Lago di Como. La villa è celebre sia per le raccolte d'arte conservate al suo interno, sia per il vasto giardino botanico che la circonda, parte del circuito Grandi Giardini Italiani.
421 recommandé par les habitants
Villa Carlotta
2 Via Regina
421 recommandé par les habitants
Villa Carlotta è un edificio sito nel comune di Tremezzina in provincia di Como e posto sulle rive del Lago di Como. La villa è celebre sia per le raccolte d'arte conservate al suo interno, sia per il vasto giardino botanico che la circonda, parte del circuito Grandi Giardini Italiani.
Questo complesso si situa sulla riva occidentale del lago di Como, a 25 km dalla città omonima, nel territorio comunale di Ossuccio. Giace su un dirupo a 419 metri sul livello del mare, di fronte all'isola Comacina. È completamente isolato da ogni altra costruzione, circondato da campi, da piantagioni di ulivi e da boschi. Immagine del Santuario che compare negli affreschi della XIV cappella Fin dalla romanità è attestato questo luogo come centro cultuale dedicato a Cerere che attirava grande afflusso di popolo soprattutto alle idi di settembre, come riportato da Plinio il Giovane, console nell'anno 100 d. C. e amico dell'imperatore Traiano che sul Lario possedeva due ville. Recenti scavi sotto il santuario hanno evidenziato tracce di impianto polivolumetrico tipico dei santuari pagani romani[1]. Le quattordici cappelle, tutte costruite tra il 1635 e il 1710, a pianta centrale, sono in stile barocco impreziosite da 230 statue in stucco e terracotta, a grandezza naturale, realizzate da diversi artisti: Agostino Silva, Carlo Gaffuri e Innocenzo Torriani. I costumi delle statue riproducono fedelmente l'abbigliamento signorile e popolare degli abitanti della zona in quel tempo. Le cappelle rappresentano i Misteri del Rosario e conducono al santuario che rappresenta la quindicesima tappa ed è dedicato all'Assunzione della Madre di Dio.
16 recommandé par les habitants
Sacro Monte della Beata Vergine del Soccorso - Ossuccio
Via Santuario
16 recommandé par les habitants
Questo complesso si situa sulla riva occidentale del lago di Como, a 25 km dalla città omonima, nel territorio comunale di Ossuccio. Giace su un dirupo a 419 metri sul livello del mare, di fronte all'isola Comacina. È completamente isolato da ogni altra costruzione, circondato da campi, da piantagioni di ulivi e da boschi. Immagine del Santuario che compare negli affreschi della XIV cappella Fin dalla romanità è attestato questo luogo come centro cultuale dedicato a Cerere che attirava grande afflusso di popolo soprattutto alle idi di settembre, come riportato da Plinio il Giovane, console nell'anno 100 d. C. e amico dell'imperatore Traiano che sul Lario possedeva due ville. Recenti scavi sotto il santuario hanno evidenziato tracce di impianto polivolumetrico tipico dei santuari pagani romani[1]. Le quattordici cappelle, tutte costruite tra il 1635 e il 1710, a pianta centrale, sono in stile barocco impreziosite da 230 statue in stucco e terracotta, a grandezza naturale, realizzate da diversi artisti: Agostino Silva, Carlo Gaffuri e Innocenzo Torriani. I costumi delle statue riproducono fedelmente l'abbigliamento signorile e popolare degli abitanti della zona in quel tempo. Le cappelle rappresentano i Misteri del Rosario e conducono al santuario che rappresenta la quindicesima tappa ed è dedicato all'Assunzione della Madre di Dio.
Il Monte Tremezzo è un elevazione ben evidente al centro del Lago di Como. La sua vetta offre un panorama molto ampio sul lago, dal quale si vede quasi per la sua interezza. L'escursione parte dal Rifugio Boffalora che si raggiunge in auto dal Argegno e San Fedele Intelvi.
Monte di Tremezzo
Il Monte Tremezzo è un elevazione ben evidente al centro del Lago di Como. La sua vetta offre un panorama molto ampio sul lago, dal quale si vede quasi per la sua interezza. L'escursione parte dal Rifugio Boffalora che si raggiunge in auto dal Argegno e San Fedele Intelvi.
La Velarca è una Casa-barca progettata tra il 1959 e il 1961 con l'obiettivo di diventare luogo d'incontro per gli intellettuali e costruita sulla base della storica barca da lavoro utilizzata nel Lario. Aldo Norsa con la moglie Maria Luisa (eredi dei proprietari, Emilio e Fiammetta Norsa), che per tanti anni ne hanno fatto una casa di vacanza, nel 2011 hanno donato la Velarca al FAI, individuato come ente gestore che offre alte garanzie di competenza nella tutela e valorizzazione dei beni culturali. La casa rappresenta un esempio alquanto raro di applicazione del progetto di architettura moderna in un'abitazione permanente sull'acqua. La sua fortuna fu subito ampia e diffusa a livello internazionale, anche grazie agli eccellenti contatti e alla reputazione dei suoi progettisti, lo studio BBPR. Grazie alla rilevante qualità del progetto, fu pubblicata sulle maggiori riviste d'architettura come testimonianza della creatività e dell'ingegno italiani. La localizzazione della casa-barca, in prossimità della Villa del Balbianello e della Torre di Ossuccio, può inoltre produrre sinergie tra beni culturali dando vita a un più ricco contesto di valorizzazione.
La Velarca
SS340
La Velarca è una Casa-barca progettata tra il 1959 e il 1961 con l'obiettivo di diventare luogo d'incontro per gli intellettuali e costruita sulla base della storica barca da lavoro utilizzata nel Lario. Aldo Norsa con la moglie Maria Luisa (eredi dei proprietari, Emilio e Fiammetta Norsa), che per tanti anni ne hanno fatto una casa di vacanza, nel 2011 hanno donato la Velarca al FAI, individuato come ente gestore che offre alte garanzie di competenza nella tutela e valorizzazione dei beni culturali. La casa rappresenta un esempio alquanto raro di applicazione del progetto di architettura moderna in un'abitazione permanente sull'acqua. La sua fortuna fu subito ampia e diffusa a livello internazionale, anche grazie agli eccellenti contatti e alla reputazione dei suoi progettisti, lo studio BBPR. Grazie alla rilevante qualità del progetto, fu pubblicata sulle maggiori riviste d'architettura come testimonianza della creatività e dell'ingegno italiani. La localizzazione della casa-barca, in prossimità della Villa del Balbianello e della Torre di Ossuccio, può inoltre produrre sinergie tra beni culturali dando vita a un più ricco contesto di valorizzazione.
L'edificio romanico a navata unica, termina con un'abside semicircolare ed è rischiarata da finestre a doppia strombatura che si aprono lungo le pareti longitudinali. All'esterno sotto la linea di gronda si snoda lungo tutto il perimetro e la semicirconferenza dell'abside una fascia d'archetti pensili.
Chiesa di Santa Maria Maddalena
Fraz. Ospedaletto
L'edificio romanico a navata unica, termina con un'abside semicircolare ed è rischiarata da finestre a doppia strombatura che si aprono lungo le pareti longitudinali. All'esterno sotto la linea di gronda si snoda lungo tutto il perimetro e la semicirconferenza dell'abside una fascia d'archetti pensili.
Chiesa Parrocchiale dei Santi Eufemia e Vincenzo La chiesa di S. Eufemia sorge nella frazione d’Isola; è l’attuale parrocchiale e fu costituita dopo la distruzione dell’omonima basilica collegiata sull’Isola Comacina. Le strutture della primitiva costruzione del XII secolo si intuiscono, nelle loro linee essenziali, ancora abbastanza nitidamente malgrado le sovrapposizioni e le alterazioni subite nei secoli. La S. Eufemia originale era ad una sola navata larga 8 metri e lunga circa 28, terminante in un abside. L’attuale coro poligonale è del 1874, eretto su un precedente quadrato del 1326 che aveva sostituito quello originale romanico. I due grandi angeli lignei provengono dalla cappella del Cardinal Durini. L’esterno ha nella fronte, costituita da muratura in conci di pietra a vista di Moltrasio, la parte del fabbricato che ha conservato quasi inalterati i primitivi elementi architettonici; in essa si denotano quelle che sono le caratteristiche dell’architettura romanico-comacina. Le pareti laterali, inferiormente assai rimaneggiate ornate anch’esse da un coronamento a dentelli, si aprono con monofore regolari di tipo allungato. Il lato longitudinale verso il lago mostra ancora evidente la suddivisione a lesene chiusa da una fascia di archetti pensili dove i colmi dei tetti delle aggiunte sacrestie non l’hanno coperta. Sul lato verso monte si trova il campanile in gran parte denotante l’antica sagoma. Tra il XVII e il XVIII secolo sui fianchi vennero innestate cappelle e sacrestie creando un portico sull’antica Strada Regina. Nell’interno poco rimane della primitiva decorazione sostituita dalle più tarde strutture baroccheggianti di pregevole fattura alcune mirabilmente restaurate con tecniche innovative. Nella parte sinistra del presbiterio è conservata la lastra tombale dello scismatico Agrippino (VII sec.) trasportatavi dall’isola che ne decanta le doti. Agrippino fu il primo vescovo di Como nominato dal Patriarcato di Aquileia.
Basilica di Sant'Eufemia
Chiesa Parrocchiale dei Santi Eufemia e Vincenzo La chiesa di S. Eufemia sorge nella frazione d’Isola; è l’attuale parrocchiale e fu costituita dopo la distruzione dell’omonima basilica collegiata sull’Isola Comacina. Le strutture della primitiva costruzione del XII secolo si intuiscono, nelle loro linee essenziali, ancora abbastanza nitidamente malgrado le sovrapposizioni e le alterazioni subite nei secoli. La S. Eufemia originale era ad una sola navata larga 8 metri e lunga circa 28, terminante in un abside. L’attuale coro poligonale è del 1874, eretto su un precedente quadrato del 1326 che aveva sostituito quello originale romanico. I due grandi angeli lignei provengono dalla cappella del Cardinal Durini. L’esterno ha nella fronte, costituita da muratura in conci di pietra a vista di Moltrasio, la parte del fabbricato che ha conservato quasi inalterati i primitivi elementi architettonici; in essa si denotano quelle che sono le caratteristiche dell’architettura romanico-comacina. Le pareti laterali, inferiormente assai rimaneggiate ornate anch’esse da un coronamento a dentelli, si aprono con monofore regolari di tipo allungato. Il lato longitudinale verso il lago mostra ancora evidente la suddivisione a lesene chiusa da una fascia di archetti pensili dove i colmi dei tetti delle aggiunte sacrestie non l’hanno coperta. Sul lato verso monte si trova il campanile in gran parte denotante l’antica sagoma. Tra il XVII e il XVIII secolo sui fianchi vennero innestate cappelle e sacrestie creando un portico sull’antica Strada Regina. Nell’interno poco rimane della primitiva decorazione sostituita dalle più tarde strutture baroccheggianti di pregevole fattura alcune mirabilmente restaurate con tecniche innovative. Nella parte sinistra del presbiterio è conservata la lastra tombale dello scismatico Agrippino (VII sec.) trasportatavi dall’isola che ne decanta le doti. Agrippino fu il primo vescovo di Como nominato dal Patriarcato di Aquileia.
La Torre del Soccorso, conosciuta anche con il nome di Torre del Barbarossa, è collocata in posizione panoramica su uno sperone roccioso sopra l'abitato di Spurano, a 400 metri di altezza, corrisponde ad un'antica torre di segnalazione che risale probabilmente al XII secolo.
Torre del Soccorso (del Barbarossa)
SS340
La Torre del Soccorso, conosciuta anche con il nome di Torre del Barbarossa, è collocata in posizione panoramica su uno sperone roccioso sopra l'abitato di Spurano, a 400 metri di altezza, corrisponde ad un'antica torre di segnalazione che risale probabilmente al XII secolo.
Parrocchie Lenno e Ossuccio
13 via S. Stefano
Villa Leoni è un monumento di grande valore artistico ed architettonico inserito in un paesaggio naturale tra i più belli al mondo. Situata sulle sponde del Lago di Como, è la location ideale per eventi, servizi fotografici e vacanze esclusive. La sua costruzione risale all’inizio degli anni ‘40 ad opera dell’architetto Pietro Lingeri, uno tra i maggiori esponenti del Razionalismo Lariano. La villa, classificata come monumento storico dai Beni Culturali, è tornata al suo antico splendore e al territorio cui appartiene pronta per accogliere numerosi ospiti.
Villa Leoni
2 Via Provinciale
Villa Leoni è un monumento di grande valore artistico ed architettonico inserito in un paesaggio naturale tra i più belli al mondo. Situata sulle sponde del Lago di Como, è la location ideale per eventi, servizi fotografici e vacanze esclusive. La sua costruzione risale all’inizio degli anni ‘40 ad opera dell’architetto Pietro Lingeri, uno tra i maggiori esponenti del Razionalismo Lariano. La villa, classificata come monumento storico dai Beni Culturali, è tornata al suo antico splendore e al territorio cui appartiene pronta per accogliere numerosi ospiti.
L'isola Comacina è un lembo di terra (lunghezza 600 m, larghezza 200 m, perimetro 2 km, superficie 7,5 ettari) circondato dal Lago di Como. È situata nel comune di Tremezzina, in corrispondenza dell'insenatura della costa occidentale del ramo comasco fra Argegno e la penisola di Lavedo, nelle acque antistanti la Zoca de l'oli (conca dell'olio): è il territorio più a nord dell'Italia dove, in una condizione climatica particolarmente mite, viene coltivato l'ulivo e viene prodotto olio d'oliva. Dagli abitanti di Ossuccio viene ancora chiamata el castell (il castello)[1]. Il vecchio proprietario, Giuseppe Caprani, lasciò l'isola in eredità al re Alberto I del Belgio, che la donò allo Stato italiano. Quest'ultimo la cedette, a sua volta, al presidente dell'Accademia di belle arti di Brera con lo scopo di costruire un villaggio per artisti e un albergo. Attualmente l'isola è di proprietà dell'Accademia di Brera, a Milano[2]. Ogni anno, la domenica più vicina al 24 giugno, vi si svolge la tradizionale festa di San Giovanni, con solenne processione di barche e con il tradizionale spettacolo pirotecnico sul lago.
115 recommandé par les habitants
Isola Comacina
115 recommandé par les habitants
L'isola Comacina è un lembo di terra (lunghezza 600 m, larghezza 200 m, perimetro 2 km, superficie 7,5 ettari) circondato dal Lago di Como. È situata nel comune di Tremezzina, in corrispondenza dell'insenatura della costa occidentale del ramo comasco fra Argegno e la penisola di Lavedo, nelle acque antistanti la Zoca de l'oli (conca dell'olio): è il territorio più a nord dell'Italia dove, in una condizione climatica particolarmente mite, viene coltivato l'ulivo e viene prodotto olio d'oliva. Dagli abitanti di Ossuccio viene ancora chiamata el castell (il castello)[1]. Il vecchio proprietario, Giuseppe Caprani, lasciò l'isola in eredità al re Alberto I del Belgio, che la donò allo Stato italiano. Quest'ultimo la cedette, a sua volta, al presidente dell'Accademia di belle arti di Brera con lo scopo di costruire un villaggio per artisti e un albergo. Attualmente l'isola è di proprietà dell'Accademia di Brera, a Milano[2]. Ogni anno, la domenica più vicina al 24 giugno, vi si svolge la tradizionale festa di San Giovanni, con solenne processione di barche e con il tradizionale spettacolo pirotecnico sul lago.
Un itinerario tra storia e arte diretto a San Benedetto in Val Perlana, un angolo dello spirito immerso nella natura e circondato dal silenzio. Quello che vi proponiamo è un itinerario che interessa diversi luoghi ricchi di bellezze artistiche e architettoniche, con secoli di storia: il Sacro Monte di Ossuccio, il Santuario della Beata Vergine del Soccorso, l’Abbazia di San Benedetto in Val Perlana, l’Abbazia dell’Acquafredda di Lenno. L’itinerario è ad anello e può quindi essere percorso nei due sensi: si può seguire il sentiero che parte dal Sacro Monte di Ossuccio (grado di difficoltà E), oppure quello che parte dall’Abbazia dell’Acquafredda, in località Lenno (grado di difficoltà T). Scegliere l’uno o l’altro dipende dal grado di allenamento e dalla presenza o meno di bambini. Dislivello: 535 mt Durata: 1 ora e 45 min / 2 ore (salita); 1 ora e 30 min (discesa) Difficoltà: E (T la salita dall’Abbazia dell’Acquafredda)
Abbazia di San Benedetto in Val Perlana (già San Benedetto al Monte Oltirone)
Un itinerario tra storia e arte diretto a San Benedetto in Val Perlana, un angolo dello spirito immerso nella natura e circondato dal silenzio. Quello che vi proponiamo è un itinerario che interessa diversi luoghi ricchi di bellezze artistiche e architettoniche, con secoli di storia: il Sacro Monte di Ossuccio, il Santuario della Beata Vergine del Soccorso, l’Abbazia di San Benedetto in Val Perlana, l’Abbazia dell’Acquafredda di Lenno. L’itinerario è ad anello e può quindi essere percorso nei due sensi: si può seguire il sentiero che parte dal Sacro Monte di Ossuccio (grado di difficoltà E), oppure quello che parte dall’Abbazia dell’Acquafredda, in località Lenno (grado di difficoltà T). Scegliere l’uno o l’altro dipende dal grado di allenamento e dalla presenza o meno di bambini. Dislivello: 535 mt Durata: 1 ora e 45 min / 2 ore (salita); 1 ora e 30 min (discesa) Difficoltà: E (T la salita dall’Abbazia dell’Acquafredda)
Villa Rachele sorge di fronte all'isola Comacina, sul luogo di un'antica fortificazione e all'estremita' di una piccola penisola detta "La Puncia" (cioe' la punta), formata dai depositi del torrente Premonte. In questa dimora si sono incrociate le strade di molti personaggi che hanno scritto la storia della cultura lombarda, a cominciare da coloro che la fecero edificare verso la prima meta' del Settecento, i marchesi Beccaria Bonesana. Giulio Beccaria - figlio dell'illuminista Cesare e zio materno di Alessandro Manzoni - abito' stabilmente nella villa ed era solito ricevervi amici giuristi e filosofi. Probabilmente anche il celebre nipote soggiorno' qui. Alla morte di Giulio (1858) la proprieta' paso' a Cesare Cantu' - storico, letterato e patriota - e in seguito a sua figlia Rachele, pittrice e fondatrice dell'Accademia dei Pedanti, circolo letterario frequentato tra gli altri da Antonio Fogazzaro e da Tommaso Gallarati Scotti. Una seconda Rachele eredito' la villa. Era sposata con lo scrittore milanese ambientato in gran parte della proprieta'. L'edificio attuale si sviluppa su tre piani e risale ai primi dell'Ottocento. Il giardino fu riordinato attorno alla meta' dello stesso secolo da Giuseppe Balzaretto, celebre architetto italiano dei giardini. Caratterizzato da grossi platani sulla terrazza a lago, da un enorme cedro e da suggestivo viale di cipressi, e' visitabile in occasioni particolari.
Villa Rachele
2 SS340
Villa Rachele sorge di fronte all'isola Comacina, sul luogo di un'antica fortificazione e all'estremita' di una piccola penisola detta "La Puncia" (cioe' la punta), formata dai depositi del torrente Premonte. In questa dimora si sono incrociate le strade di molti personaggi che hanno scritto la storia della cultura lombarda, a cominciare da coloro che la fecero edificare verso la prima meta' del Settecento, i marchesi Beccaria Bonesana. Giulio Beccaria - figlio dell'illuminista Cesare e zio materno di Alessandro Manzoni - abito' stabilmente nella villa ed era solito ricevervi amici giuristi e filosofi. Probabilmente anche il celebre nipote soggiorno' qui. Alla morte di Giulio (1858) la proprieta' paso' a Cesare Cantu' - storico, letterato e patriota - e in seguito a sua figlia Rachele, pittrice e fondatrice dell'Accademia dei Pedanti, circolo letterario frequentato tra gli altri da Antonio Fogazzaro e da Tommaso Gallarati Scotti. Una seconda Rachele eredito' la villa. Era sposata con lo scrittore milanese ambientato in gran parte della proprieta'. L'edificio attuale si sviluppa su tre piani e risale ai primi dell'Ottocento. Il giardino fu riordinato attorno alla meta' dello stesso secolo da Giuseppe Balzaretto, celebre architetto italiano dei giardini. Caratterizzato da grossi platani sulla terrazza a lago, da un enorme cedro e da suggestivo viale di cipressi, e' visitabile in occasioni particolari.
Sul versante sud-est dell'isola Comacina, l'unica siola del Lario, sorgono tre case-studio realizzate nel 1941 dall'architetto Pietro Lingeri, originario di Tremezzo ed esponente di spicco del Razionalismo. La loro genesi e' legata ad un singolare avvenimento, ovvero, il possesso dell'Isola da parte del re dei Belgi Alberto I, durato tre anni (1917-20). Il sovrano l'aveva ricevuta in dono da Augusto Caprani di Sala Comacina, come attestazione della simpatia degli italiani nei confronti del popolo belga e del loro Re, che si erano opposti con eroismo agli invasori tedeschi. Nel 1920 Alberto I dono' a sua volta l'Isola all'Italia. Affidandola all'Accademia di Belle Arti di Brera con il compito di realizzare un complesso di abitazioni per artisti italiani e belgi. Nacquero cosi le tre Case per Artisti di Lingeri, nelle quali i principi dell'architettura razonalista incontrano l'edilizia locale tradizionale. Il progetto fu ispirato alla casa per vacanze Le Sextant, realizzata nel 1935 da Le Corbusier sulla costa antlantica francese. Gli edifici del complesso si sviluppano su due piani e comprendono abitazione e studio. Diversi per dimensioni e per planimetria, presentano tutti una vetrata rivolta a nord-est, facilmente oscurabile con imposte in legno a sezioni staccate, indipendenti l'una dall'altra (in modo che l'artista possa controllare la luce in entrata). Recentemente restaurato dopo anni di abbandono, il complesso dell'Isola potra' assolvere di nuovo la sua funzione originaria.
Case per artisti Arch. Lingeri
Sul versante sud-est dell'isola Comacina, l'unica siola del Lario, sorgono tre case-studio realizzate nel 1941 dall'architetto Pietro Lingeri, originario di Tremezzo ed esponente di spicco del Razionalismo. La loro genesi e' legata ad un singolare avvenimento, ovvero, il possesso dell'Isola da parte del re dei Belgi Alberto I, durato tre anni (1917-20). Il sovrano l'aveva ricevuta in dono da Augusto Caprani di Sala Comacina, come attestazione della simpatia degli italiani nei confronti del popolo belga e del loro Re, che si erano opposti con eroismo agli invasori tedeschi. Nel 1920 Alberto I dono' a sua volta l'Isola all'Italia. Affidandola all'Accademia di Belle Arti di Brera con il compito di realizzare un complesso di abitazioni per artisti italiani e belgi. Nacquero cosi le tre Case per Artisti di Lingeri, nelle quali i principi dell'architettura razonalista incontrano l'edilizia locale tradizionale. Il progetto fu ispirato alla casa per vacanze Le Sextant, realizzata nel 1935 da Le Corbusier sulla costa antlantica francese. Gli edifici del complesso si sviluppano su due piani e comprendono abitazione e studio. Diversi per dimensioni e per planimetria, presentano tutti una vetrata rivolta a nord-est, facilmente oscurabile con imposte in legno a sezioni staccate, indipendenti l'una dall'altra (in modo che l'artista possa controllare la luce in entrata). Recentemente restaurato dopo anni di abbandono, il complesso dell'Isola potra' assolvere di nuovo la sua funzione originaria.
Villa Il Blabiano sorge sul sito di un preesistente edificio quattrocentesco. Questo fu semidistrutto da un'alluvione a meta' Cinquecento, quando era noto come "palazzo pretorio di Pieve d'Isola" ed era probabilmente gia' di proprieta' della famiglia Giovo. Nel 1596 il cardinale Tolomep Gallio acquisto' daOttavio Giovio un edificio a due piani che raglo' al nipote omonimo, primo duca D'Alvito. Dall'atto di vendita, il fabbricato presente diverse analogie con l'attuale palazzo. A partire da inzio Seicento, il duca Tolomeo intraprese importanti lavori sull'edificio, ispirandosi alle ville rinascimentali e forse anche aiprogetti di Pellegrino Tibaldi, ereditati dallo zio cardinale. L'ampliamento (o ricostruzione) duro' alcuni decenni, e fu proseguito dai figli del duca d'Alvito, L'abate Marco Gallio fece completare le facciate e realizzare alcune importanti opere esterne (1636-38). Lo spianamento del giardino e la costruzione dell'esedra risalgono a meta' Seicento, mentre le decorazioni del salone centrale, ad opera dei fratelli Recchi di Como, al 1678. Dai Gallio il palazzo torno' ai Govio (1778), che nel 1787 o vendettero al cardnale Agelo Maria Durini. Egli-entusiasta del luogo - acquisto' subito dopo anche il vicino Dosso di Lavedo. In seguito alla morte del cardinale, Il Balbiano torno' per la terza volta alla famiglia Giovo. Dopo varie traversie, il complesso ha ritrovato lo splendore di un tempo grazie alla dedizione degli attuali proprietari.
46 recommandé par les habitants
Villa Balbiano
Piazza Cardinal Durini
46 recommandé par les habitants
Villa Il Blabiano sorge sul sito di un preesistente edificio quattrocentesco. Questo fu semidistrutto da un'alluvione a meta' Cinquecento, quando era noto come "palazzo pretorio di Pieve d'Isola" ed era probabilmente gia' di proprieta' della famiglia Giovo. Nel 1596 il cardinale Tolomep Gallio acquisto' daOttavio Giovio un edificio a due piani che raglo' al nipote omonimo, primo duca D'Alvito. Dall'atto di vendita, il fabbricato presente diverse analogie con l'attuale palazzo. A partire da inzio Seicento, il duca Tolomeo intraprese importanti lavori sull'edificio, ispirandosi alle ville rinascimentali e forse anche aiprogetti di Pellegrino Tibaldi, ereditati dallo zio cardinale. L'ampliamento (o ricostruzione) duro' alcuni decenni, e fu proseguito dai figli del duca d'Alvito, L'abate Marco Gallio fece completare le facciate e realizzare alcune importanti opere esterne (1636-38). Lo spianamento del giardino e la costruzione dell'esedra risalgono a meta' Seicento, mentre le decorazioni del salone centrale, ad opera dei fratelli Recchi di Como, al 1678. Dai Gallio il palazzo torno' ai Govio (1778), che nel 1787 o vendettero al cardnale Agelo Maria Durini. Egli-entusiasta del luogo - acquisto' subito dopo anche il vicino Dosso di Lavedo. In seguito alla morte del cardinale, Il Balbiano torno' per la terza volta alla famiglia Giovo. Dopo varie traversie, il complesso ha ritrovato lo splendore di un tempo grazie alla dedizione degli attuali proprietari.
Casa Brenna Tosatto è la storia di una famiglia. Una dimora liberty dei primi anni del Novecento voluta dall’artista Mario Tosatto e sua moglie Sofia Brenna, a coronamento della loro unione. Oggi i pronipoti Franco Brenna e sua moglie Roberta Bernasconi hanno deciso di riaprirla creando un luogo dove la Storia, la Cultura, l’Arte Pittorica e il fascino paesaggistico hanno dato origine a una Residenza unica, dal design essenziale, con uno spiccato senso artistico, un luogo magico dove soggiornare, partecipare a eventi, ritagliarsi momenti piacevoli. Chi entra nella Casa scopre una Residenza antica, un’isola per l’Arte dove i sapori della tradizione si fondono in perfetta armonia con la contemporaneità. Casa Brenna Tosatto si trova a Campo di Lenno nel cuore della Tremezzina, territorio costiero del ramo occidentale del Lago di Como, un’area che regala magnifici panorami naturali e rari esempi di storia architettonica. Casa Brenna Tosatto gode di una posizione strategica per raggiungere le ville più prestigiose come Villa Balbiano e Villa del Balbianello.
Casa Brenna Tosatto
3 Via Mattia del Riccio
Casa Brenna Tosatto è la storia di una famiglia. Una dimora liberty dei primi anni del Novecento voluta dall’artista Mario Tosatto e sua moglie Sofia Brenna, a coronamento della loro unione. Oggi i pronipoti Franco Brenna e sua moglie Roberta Bernasconi hanno deciso di riaprirla creando un luogo dove la Storia, la Cultura, l’Arte Pittorica e il fascino paesaggistico hanno dato origine a una Residenza unica, dal design essenziale, con uno spiccato senso artistico, un luogo magico dove soggiornare, partecipare a eventi, ritagliarsi momenti piacevoli. Chi entra nella Casa scopre una Residenza antica, un’isola per l’Arte dove i sapori della tradizione si fondono in perfetta armonia con la contemporaneità. Casa Brenna Tosatto si trova a Campo di Lenno nel cuore della Tremezzina, territorio costiero del ramo occidentale del Lago di Como, un’area che regala magnifici panorami naturali e rari esempi di storia architettonica. Casa Brenna Tosatto gode di una posizione strategica per raggiungere le ville più prestigiose come Villa Balbiano e Villa del Balbianello.
Nel 1676, Antonio De Carli avviò il progetto per la costruzione di una villa su un altura confinante con la bellissima Villa Serbelloni “La quiete”. La villa prese il nome di “Carlia” a ricordo del suo progettista. Successivamente la nipote Sofia De Carli Barbò, si sposò con il Conte Albertoni al quale gli portò in dote la residenza di Bolvedro (frazione di Tremezzo). Così appartenne la Famiglia Albertoni, conti di Val di Scalve, fino ad anni recenti. Durante il Settecento e Ottocento subì numerose modifiche, ma ciò nonostante ne conserva un’architettura dalle linee pulite. Gli ultimi proprietari furono i Conti Albertoni – Pirelli. Nel 1988 la villa però venne frazionata e trasformata in appartamenti residenziali.
Villa Sola Cabiati
36 Via Statale
Nel 1676, Antonio De Carli avviò il progetto per la costruzione di una villa su un altura confinante con la bellissima Villa Serbelloni “La quiete”. La villa prese il nome di “Carlia” a ricordo del suo progettista. Successivamente la nipote Sofia De Carli Barbò, si sposò con il Conte Albertoni al quale gli portò in dote la residenza di Bolvedro (frazione di Tremezzo). Così appartenne la Famiglia Albertoni, conti di Val di Scalve, fino ad anni recenti. Durante il Settecento e Ottocento subì numerose modifiche, ma ciò nonostante ne conserva un’architettura dalle linee pulite. Gli ultimi proprietari furono i Conti Albertoni – Pirelli. Nel 1988 la villa però venne frazionata e trasformata in appartamenti residenziali.
L'edificio si trova lungo il margine del parco che confina con il vicino complesso parrocchiale, in posizione di rilievo sul pendio che digrada verso il lago. Ha pianta pressoché quadrata, distribuita su tre piani, con un volume cilindrico addossato al lato ovest. La copertura è a padiglione. Pur mancando documenti certi sullo stato preesistente della dimora padronale, all'intervento di Lingeri dovrebbero risalire sia l'attuale copertura, in luogo della originaria terrazza coronata da balaustra, sia la riforma dei collegamenti verticali con la distinzione della scala principale, "imperiale", dalla secondaria, a chiocciola. Ambedue furono realizzate modificando le facciate: con un avancorpo centrale appena pronunciato la prima, rivolta alla collina e alla parte più privata del parco, e con una vistosa addizione a torretta cilindrica la seconda, verso la casa parrocchiale a ovest. Le facciate, impostate su regole di simmetria, sono identicamente caratterizzate da elementi decorativi che valorizzano la composta architettura neoclassica dell'edificio. A perimetro, uno zoccolo a fasce sino all'imposta degli archi delle porte e cornici marcapiano. Una grande vetrata illumina lo scalone nell'avancorpo centrale, sul fronte a nord, con lesene ai lati e una balaustra soprastante. La facciata opposta, verso il lago, presenta una balconata al piano nobile, sorretta da colonne. Interposta alle finestre tra il primo ed il secondo piano, una serie di decorazioni rettangolari, leggermente ribassate, con putti e festoni. All'interno, oltra alla notevole scala in marmo bianco a tre rampe, con ringhiera in ferro, sono riconducibili a Lingeri altre opere di sistemazione degli ambienti; vi è compreso un nuovo apparato decorativo, ancora visibile in parte nonostante le trasformazioni d'uso avviate nel tempo, al piano nobile, dove figurazioni e riquadrature a losanghe caratterizzano il salone.
Villa Meier
47 Via Statale
L'edificio si trova lungo il margine del parco che confina con il vicino complesso parrocchiale, in posizione di rilievo sul pendio che digrada verso il lago. Ha pianta pressoché quadrata, distribuita su tre piani, con un volume cilindrico addossato al lato ovest. La copertura è a padiglione. Pur mancando documenti certi sullo stato preesistente della dimora padronale, all'intervento di Lingeri dovrebbero risalire sia l'attuale copertura, in luogo della originaria terrazza coronata da balaustra, sia la riforma dei collegamenti verticali con la distinzione della scala principale, "imperiale", dalla secondaria, a chiocciola. Ambedue furono realizzate modificando le facciate: con un avancorpo centrale appena pronunciato la prima, rivolta alla collina e alla parte più privata del parco, e con una vistosa addizione a torretta cilindrica la seconda, verso la casa parrocchiale a ovest. Le facciate, impostate su regole di simmetria, sono identicamente caratterizzate da elementi decorativi che valorizzano la composta architettura neoclassica dell'edificio. A perimetro, uno zoccolo a fasce sino all'imposta degli archi delle porte e cornici marcapiano. Una grande vetrata illumina lo scalone nell'avancorpo centrale, sul fronte a nord, con lesene ai lati e una balaustra soprastante. La facciata opposta, verso il lago, presenta una balconata al piano nobile, sorretta da colonne. Interposta alle finestre tra il primo ed il secondo piano, una serie di decorazioni rettangolari, leggermente ribassate, con putti e festoni. All'interno, oltra alla notevole scala in marmo bianco a tre rampe, con ringhiera in ferro, sono riconducibili a Lingeri altre opere di sistemazione degli ambienti; vi è compreso un nuovo apparato decorativo, ancora visibile in parte nonostante le trasformazioni d'uso avviate nel tempo, al piano nobile, dove figurazioni e riquadrature a losanghe caratterizzano il salone.
Villa Collina sorge su un’altura dominante il lago con lo splendido scenario delle Grigne e del promontorio di Bellagio di fronte. La sua posizione e l’amenità del luogo la fece scegliere quale dimora estiva al Primo Cancelliere della Repubblica Tedesca, Konrad Adenauer, che qui soggiornò per dieci anni e fino alla sua morte. In quel periodo, la villa ospitò capi di stato e di governo di tutto il mondo e nella quiete delle sue stanze prese forma l’idea dell’Europa Unita che si concretò con la firma del trattato di Roma. Alla morte del Cancelliere, la villa fu acquistata dal Tedesco sig. Busbeck che la ristrutturò e trasformò la parte della collina coperta da vegetazione incolta in parco di 27.000 mq, con viali fiancheggiati da boschi d’azalee. La villa fu successivamente acquistata dalla Fondazione Konrad Adenauer che ne fece un centro internazionale di congressi. Oggi Villa La Collina è anche un albergo esclusivo che offre la possibilità di passare splendide vacanze in un luogo storico con tutti i più moderni comforts.
Villa la Collina - Gästehaus & Internationale Begegnungsstätte für Politik, Wirtschaft und Kultur
11 Via Roma
Villa Collina sorge su un’altura dominante il lago con lo splendido scenario delle Grigne e del promontorio di Bellagio di fronte. La sua posizione e l’amenità del luogo la fece scegliere quale dimora estiva al Primo Cancelliere della Repubblica Tedesca, Konrad Adenauer, che qui soggiornò per dieci anni e fino alla sua morte. In quel periodo, la villa ospitò capi di stato e di governo di tutto il mondo e nella quiete delle sue stanze prese forma l’idea dell’Europa Unita che si concretò con la firma del trattato di Roma. Alla morte del Cancelliere, la villa fu acquistata dal Tedesco sig. Busbeck che la ristrutturò e trasformò la parte della collina coperta da vegetazione incolta in parco di 27.000 mq, con viali fiancheggiati da boschi d’azalee. La villa fu successivamente acquistata dalla Fondazione Konrad Adenauer che ne fece un centro internazionale di congressi. Oggi Villa La Collina è anche un albergo esclusivo che offre la possibilità di passare splendide vacanze in un luogo storico con tutti i più moderni comforts.
Il parco di Villa Mylius-Vigoni è visitabile da marzo a ottobre nei seguenti giorni: ogni martedì alle ore 14.30 visita guidata in tedesco/inglese. ogni giovedì alle ore 14.30 visita guidata in italiano. Il parco di Villa Mylius-Vigoni è visitabile da marzo a ottobre nei seguenti giorni: ogni martedì alle ore 14.30 visita guidata in tedesco/inglese ogni giovedì alle ore 14.30 visita guidata in italiano Durata: 60 minuti Ingresso: 8,00 Euro (riduzioni per minori di 18 anni, studenti e pensionati) Punto di ritrovo: ingresso di villa Mylius-Vigoni È necessario prenotarsi entro il venerdì della settimana precedente. Per prenotazioni contattare: reception@villavigoni.eu
Villa Vigoni - Centro Italo-Tedesco per l'Eccellenza Europea
1 Via Giulio Vigoni
Il parco di Villa Mylius-Vigoni è visitabile da marzo a ottobre nei seguenti giorni: ogni martedì alle ore 14.30 visita guidata in tedesco/inglese. ogni giovedì alle ore 14.30 visita guidata in italiano. Il parco di Villa Mylius-Vigoni è visitabile da marzo a ottobre nei seguenti giorni: ogni martedì alle ore 14.30 visita guidata in tedesco/inglese ogni giovedì alle ore 14.30 visita guidata in italiano Durata: 60 minuti Ingresso: 8,00 Euro (riduzioni per minori di 18 anni, studenti e pensionati) Punto di ritrovo: ingresso di villa Mylius-Vigoni È necessario prenotarsi entro il venerdì della settimana precedente. Per prenotazioni contattare: reception@villavigoni.eu

Offerta gastronomica

Aperitivi a buffet e musica house in chiosco dagli arredi moderni con tavoli esterni nel giardino vista isola.
24 recommandé par les habitants
Lido di Ossuccio
Via Somalvico
24 recommandé par les habitants
Aperitivi a buffet e musica house in chiosco dagli arredi moderni con tavoli esterni nel giardino vista isola.
Vero paradiso per gli amanti del pesce di lago e, essendo io tra questi, non vorrei che diventasse più difficile di quanto non lo è già prenotare per tempo in questo delizioso ristorante. Il locale si trova facilmente percorrendo la S.S. Regina (la strada principale del lago di Como): appena entrati nella frazione Campo di Lenno si può vedere sulla destra il ristorante in questione; basta imboccare la deviazione e dopo cinquanta metri un comodo parcheggio da circa dieci posti, si trova proprio di fianco al ristorante. Il ristorante dispone di un'ampia sala interna (circa cento coperti) e c'è anche la possibilità di poter mangiare all'aperto, circa sette/otto tavoli, che si trovano proprio di fronte al ristorante sotto un ombrello naturale costituito da parecchie piante.
9 recommandé par les habitants
Il Grifo
19 Via Mattia del Riccio
9 recommandé par les habitants
Vero paradiso per gli amanti del pesce di lago e, essendo io tra questi, non vorrei che diventasse più difficile di quanto non lo è già prenotare per tempo in questo delizioso ristorante. Il locale si trova facilmente percorrendo la S.S. Regina (la strada principale del lago di Como): appena entrati nella frazione Campo di Lenno si può vedere sulla destra il ristorante in questione; basta imboccare la deviazione e dopo cinquanta metri un comodo parcheggio da circa dieci posti, si trova proprio di fianco al ristorante. Il ristorante dispone di un'ampia sala interna (circa cento coperti) e c'è anche la possibilità di poter mangiare all'aperto, circa sette/otto tavoli, che si trovano proprio di fronte al ristorante sotto un ombrello naturale costituito da parecchie piante.
Posto in un luogo intimo e caratteristico del lago di Como, la Locanda La Tirlindana è a vostra disposizione per farvi degustare le prelibatezze dello Chef Patricia. Patricia si sbizzarrisce con piatti di cucina creativa, un modo di intendere la buona tavola che parla di sole, di aromi dell’orto, di paste asciutte fumanti, pane fragrante, torte appena sfornate. Located in an intimate and characteristic place of Lake Como, Locanda La Tirlindana is at your disposal to let you taste the delicacies of Chef Patricia. Patricia indulges herself with creative cuisine, a way of understanding good food that speaks of the sun, the aromas of the garden, steaming dry pasta, fragrant bread, freshly baked cakes. Située dans un lieu intime et caractéristique du lac de Côme, la Locanda La Tirlindana est à votre disposition pour vous faire goûter les délices du Chef Patricia. Patricia se livre à une cuisine créative, une manière de comprendre la bonne cuisine qui parle du soleil, des arômes du jardin, des pâtes sèches fumantes, du pain parfumé, des gâteaux fraîchement sortis du four.
25 recommandé par les habitants
Locanda La Tirlindana
5 Piazza Giacomo Matteotti
25 recommandé par les habitants
Posto in un luogo intimo e caratteristico del lago di Como, la Locanda La Tirlindana è a vostra disposizione per farvi degustare le prelibatezze dello Chef Patricia. Patricia si sbizzarrisce con piatti di cucina creativa, un modo di intendere la buona tavola che parla di sole, di aromi dell’orto, di paste asciutte fumanti, pane fragrante, torte appena sfornate. Located in an intimate and characteristic place of Lake Como, Locanda La Tirlindana is at your disposal to let you taste the delicacies of Chef Patricia. Patricia indulges herself with creative cuisine, a way of understanding good food that speaks of the sun, the aromas of the garden, steaming dry pasta, fragrant bread, freshly baked cakes. Située dans un lieu intime et caractéristique du lac de Côme, la Locanda La Tirlindana est à votre disposition pour vous faire goûter les délices du Chef Patricia. Patricia se livre à une cuisine créative, une manière de comprendre la bonne cuisine qui parle du soleil, des arômes du jardin, des pâtes sèches fumantes, du pain parfumé, des gâteaux fraîchement sortis du four.
“Al Vecchio Bacucco” potrete degustare piatti tipici della tradizione, rigorosamente preparati in casa con materie prime di altissima qualità
9 recommandé par les habitants
Osteria al Vecchio Bacucco
8 Via Santuario
9 recommandé par les habitants
“Al Vecchio Bacucco” potrete degustare piatti tipici della tradizione, rigorosamente preparati in casa con materie prime di altissima qualità
Goditi senza dubbio il Villa Leoni, poi la raccomandazione degli ospiti è di andare anche in locale. San Giovanni offre piatti della cucina italiana. Vieni qui quando hai fame di gustosi spaghetti, pesce e risotto. Questo locale propone degli ottimi vino o liquore. Dicono che il personale sia paziente in questo posto. Goditi un ambiente silenzioso qui.
San Giovanni Ristorante - Bar - Alimentari
17 SS340
Goditi senza dubbio il Villa Leoni, poi la raccomandazione degli ospiti è di andare anche in locale. San Giovanni offre piatti della cucina italiana. Vieni qui quando hai fame di gustosi spaghetti, pesce e risotto. Questo locale propone degli ottimi vino o liquore. Dicono che il personale sia paziente in questo posto. Goditi un ambiente silenzioso qui.
La Locanda è un luogo unico, esclusivo, diverso da tutti gli altri ristoranti. Il locale, aperto sul lago, luminoso nei mesi più freddi ed ideale nella stagione estiva per l'atmosfera gradevolmente rinfrescata dalle brezze del lago, può ospitare fino a duecento ospiti.
8 recommandé par les habitants
Locanda Dell'Isola Comacina - Ristorante
8 recommandé par les habitants
La Locanda è un luogo unico, esclusivo, diverso da tutti gli altri ristoranti. Il locale, aperto sul lago, luminoso nei mesi più freddi ed ideale nella stagione estiva per l'atmosfera gradevolmente rinfrescata dalle brezze del lago, può ospitare fino a duecento ospiti.
Curiosando dalla vetrina su strada che affaccia sul nostro laboratorio, ci vedrete tutto il giorno indaffarati a produrre gelato. L’ idea della "Fabbrica" è infatti quella di offrire a tutte le ore un prodotto sempre fresco, in grado di farvi assaporare la naturale cremosità del gelato appena fatto. Utilizziamo esclusivamente latte e panna freschi e frutta di stagione comprata ogni mattina. Tutte le materie prime sono di grande qualità, senza traccia di grassi vegetali idrogenati e/o conservanti. Utilizziamo ad esempio il vero pistacchio di Bronte , cosi’ come la nocciola igp del Piemonte. Quasi tutti i gusti alla frutta sono inoltre lavorati senza latte, per valorizzarne la freschezza e la leggerezza. Da noi puoi gustare anche FRAPPE’, CREPES, FROZEN YOGURT, FRULLATI, CENTRIFUGHE e il nostro famoso TIRAMISU’ ARTIGIANALE, oltre a torte gelate e pasticciere ( in inverno )
12 recommandé par les habitants
La Fabbrica Del Gelato
15 Piazza 11 Febbraio
12 recommandé par les habitants
Curiosando dalla vetrina su strada che affaccia sul nostro laboratorio, ci vedrete tutto il giorno indaffarati a produrre gelato. L’ idea della "Fabbrica" è infatti quella di offrire a tutte le ore un prodotto sempre fresco, in grado di farvi assaporare la naturale cremosità del gelato appena fatto. Utilizziamo esclusivamente latte e panna freschi e frutta di stagione comprata ogni mattina. Tutte le materie prime sono di grande qualità, senza traccia di grassi vegetali idrogenati e/o conservanti. Utilizziamo ad esempio il vero pistacchio di Bronte , cosi’ come la nocciola igp del Piemonte. Quasi tutti i gusti alla frutta sono inoltre lavorati senza latte, per valorizzarne la freschezza e la leggerezza. Da noi puoi gustare anche FRAPPE’, CREPES, FROZEN YOGURT, FRULLATI, CENTRIFUGHE e il nostro famoso TIRAMISU’ ARTIGIANALE, oltre a torte gelate e pasticciere ( in inverno )
Vieni qui per riposarti dopo una lunga passeggiata attorno al Sacro Monte di Ossuccio. Fanno una ottima cucina italiana in questo pub & bar. Un certo numero di visitatori suggeriscono di mangiare l'ineguagliabile pasta.
Sul Confine
Via alla Torre
Vieni qui per riposarti dopo una lunga passeggiata attorno al Sacro Monte di Ossuccio. Fanno una ottima cucina italiana in questo pub & bar. Un certo numero di visitatori suggeriscono di mangiare l'ineguagliabile pasta.

Le Guide ai Quartieri

Tra le tante cose belle da vedere sul Lago di Como ci sono I borghi. Tra I tanti borghi da visitare, uno da non perdere e’ Ossuccio. Il paese di Ossuccio, situate in uno dei punti suggestive del Lago di Como (la Zoca de L’Oli), e’ un borgo che esiste da prima dell’eta’ romana. Una lunga storia, in parte ancora visible nelle pietre delle sue numerose chiese, nei resti archeologici dell’isola che ha di fronte, nelle sue frazioni piu’ anctiche. Visitarlo signifca scoprire tesori di interesse storico, religioso, ma anche naturalistico. Quello che forse gli mancae’ un centro, una piazza, un punto di mezzo. Ma e’ un dettaglio da poco, considerate quello che comunque ha da offrire. Per non perdersi nulla, bisogna esplorarlo da un capo all’altro. Direi che forse una giornata non basta. La frazione piu’ antica? Quella a mezza costa e che da’ il nome al paese. L’elenco che sto per farvi ha anche lo scopo di suggerirvi un ipotetico itinerario da seguire, che va dalla parte a lago del paese fino in montagna.A seconda del tempo e della voglia di camminare potete decider fino a dove spingervi nell’esplorazione. - La chiesa di SANTA Maria Maddalena - L’Isola Comacina -La chiesa di San Giacomo - La chiesa di Sant’Agata - Il Sacro Monte di Ossuccio e Santuario della Beata Vergine - l’Abbazzia di San Benedetto Ossuccio Ossuccio è un comune italiano della Lombardia, in provincia di Como. Posto lungo le sponde del Lago di Como, Ossuccio è parte del comune di Tremezzina, e sorge in una zona ricca di bellezze naturali. Le origini del borgo sono molto antiche e alcuni studiosi le fanno risalire alla dominazione romana. Da Ossuccio sono passati i bizantini che hanno lasciato delle tracce visibili e i longobardi che hanno dominato per un lungo periodo di tempo. Ossuccio è stata anche famosa per secoli per essere stata rifugio di nobili e reali che qui tenevano nascoste le loro ricchezze.
8 recommandé par les habitants
Ossuccio
8 recommandé par les habitants
Tra le tante cose belle da vedere sul Lago di Como ci sono I borghi. Tra I tanti borghi da visitare, uno da non perdere e’ Ossuccio. Il paese di Ossuccio, situate in uno dei punti suggestive del Lago di Como (la Zoca de L’Oli), e’ un borgo che esiste da prima dell’eta’ romana. Una lunga storia, in parte ancora visible nelle pietre delle sue numerose chiese, nei resti archeologici dell’isola che ha di fronte, nelle sue frazioni piu’ anctiche. Visitarlo signifca scoprire tesori di interesse storico, religioso, ma anche naturalistico. Quello che forse gli mancae’ un centro, una piazza, un punto di mezzo. Ma e’ un dettaglio da poco, considerate quello che comunque ha da offrire. Per non perdersi nulla, bisogna esplorarlo da un capo all’altro. Direi che forse una giornata non basta. La frazione piu’ antica? Quella a mezza costa e che da’ il nome al paese. L’elenco che sto per farvi ha anche lo scopo di suggerirvi un ipotetico itinerario da seguire, che va dalla parte a lago del paese fino in montagna.A seconda del tempo e della voglia di camminare potete decider fino a dove spingervi nell’esplorazione. - La chiesa di SANTA Maria Maddalena - L’Isola Comacina -La chiesa di San Giacomo - La chiesa di Sant’Agata - Il Sacro Monte di Ossuccio e Santuario della Beata Vergine - l’Abbazzia di San Benedetto Ossuccio Ossuccio è un comune italiano della Lombardia, in provincia di Como. Posto lungo le sponde del Lago di Como, Ossuccio è parte del comune di Tremezzina, e sorge in una zona ricca di bellezze naturali. Le origini del borgo sono molto antiche e alcuni studiosi le fanno risalire alla dominazione romana. Da Ossuccio sono passati i bizantini che hanno lasciato delle tracce visibili e i longobardi che hanno dominato per un lungo periodo di tempo. Ossuccio è stata anche famosa per secoli per essere stata rifugio di nobili e reali che qui tenevano nascoste le loro ricchezze.
L’abitato originario del borgo risale dal lago verso la statale. Sulle rive del lago troviamo la caratteristica piazzetta dell’imbarcadero, con i suoi giganteschi platani e altre piccole piazze ugualmente ricche di fascino. Le vecchie case del nucleo storico sono attraversate da un dedalo di stradine strette e acciottolate e da ripide scalinate che hanno costituito, da sempre, una delle caratteristiche di questo borgo. Sul lungolago troviamo una stretta passeggiata che dà accesso ai pontili delle barche e che permette di ammirare lo splendido scorcio paesaggistico con la punta dell’Isola Comacina e il promontorio della Puncia, dove sorge Villa Rachele.
7 recommandé par les habitants
Sala Comacina
7 recommandé par les habitants
L’abitato originario del borgo risale dal lago verso la statale. Sulle rive del lago troviamo la caratteristica piazzetta dell’imbarcadero, con i suoi giganteschi platani e altre piccole piazze ugualmente ricche di fascino. Le vecchie case del nucleo storico sono attraversate da un dedalo di stradine strette e acciottolate e da ripide scalinate che hanno costituito, da sempre, una delle caratteristiche di questo borgo. Sul lungolago troviamo una stretta passeggiata che dà accesso ai pontili delle barche e che permette di ammirare lo splendido scorcio paesaggistico con la punta dell’Isola Comacina e il promontorio della Puncia, dove sorge Villa Rachele.

Informazioni sulla città/località

Il lungolago di Lenno è perfetto per una tranquilla passeggiata o per una pausa rilassante in uno dei caffé o ristoranti con i tavolini affacciati sul lago. La passeggiata parte dal dosso del Lavedo, dove è anche possibile posteggiare, e costeggia lo splendido golfo di Venere. Lungo il percorso si possono ammirare diverse ville, fra cui l’ottocentesca Villa Aureggi con il suo bel giardino, e si gode di un’incantevole vista del centro lago. Da visitare il Battistero dell’XI secolo e la chiesa parrocchiale di Santo stefano. Percorrendo tutto il lungolago si giunge al pontile della Navigazione del di Como dove termina il tratto asfaltato del percorso. Superando uno stretto ponticello sul fiume si può proseguire ed arrivare fino ad una suggestiva spiaggetta situata davanti all’hotel San Giorgio, perfetta per un tuffo nella stagione più calda o per un aperitivo vista lago. Il martedì mattina sul lungolago di Lenno si svolge il tradizionale mercato.
68 recommandé par les habitants
Lenno
68 recommandé par les habitants
Il lungolago di Lenno è perfetto per una tranquilla passeggiata o per una pausa rilassante in uno dei caffé o ristoranti con i tavolini affacciati sul lago. La passeggiata parte dal dosso del Lavedo, dove è anche possibile posteggiare, e costeggia lo splendido golfo di Venere. Lungo il percorso si possono ammirare diverse ville, fra cui l’ottocentesca Villa Aureggi con il suo bel giardino, e si gode di un’incantevole vista del centro lago. Da visitare il Battistero dell’XI secolo e la chiesa parrocchiale di Santo stefano. Percorrendo tutto il lungolago si giunge al pontile della Navigazione del di Como dove termina il tratto asfaltato del percorso. Superando uno stretto ponticello sul fiume si può proseguire ed arrivare fino ad una suggestiva spiaggetta situata davanti all’hotel San Giorgio, perfetta per un tuffo nella stagione più calda o per un aperitivo vista lago. Il martedì mattina sul lungolago di Lenno si svolge il tradizionale mercato.
Il piccolo pantheon sulle sponde del lago, dedicato a Volta, raccoglie gli strumenti dei suoi primi esperimenti. A rafforzare il legame della cittadina con la luce sono l’installazione The Life Electric, di Daniel Libeskind, sul lungolago e il primaverile Festival della Luce che mette in calendario incontri con scienziati, proiezioni e passeggiate luminose. Dentro le mura, Como svela i portici e le case rinascimentali con le travi a vista di Piazza San Fedele, le architetture Razionaliste degli anni Trenta di Giuseppe Terragni e il bel Duomo, con la facciata tardo-gotica e la cupola di Filippo Juvarra. Uno dei simboli della città è Villa Olmo, un imponente edificio neoclassico settecentesco il cui giardino all’italiana è arricchito da ippocastani, cedri del Libano, platani e da una fascinosa serra del XIX secolo. Il complesso fa parte del cosiddetto Chilometro della Conoscenza, il percorso culturale e green che raccorda serre, limonaie sul lago, le ville del Grumello e Sucota, oltre alle passeggiate poetiche del Festival Parolario. Non resta che prendere il battello per Cernobbio, Bellagio, Menaggio o Tremezzo per osservare Como dal suo lago.
393 recommandé par les habitants
Como
393 recommandé par les habitants
Il piccolo pantheon sulle sponde del lago, dedicato a Volta, raccoglie gli strumenti dei suoi primi esperimenti. A rafforzare il legame della cittadina con la luce sono l’installazione The Life Electric, di Daniel Libeskind, sul lungolago e il primaverile Festival della Luce che mette in calendario incontri con scienziati, proiezioni e passeggiate luminose. Dentro le mura, Como svela i portici e le case rinascimentali con le travi a vista di Piazza San Fedele, le architetture Razionaliste degli anni Trenta di Giuseppe Terragni e il bel Duomo, con la facciata tardo-gotica e la cupola di Filippo Juvarra. Uno dei simboli della città è Villa Olmo, un imponente edificio neoclassico settecentesco il cui giardino all’italiana è arricchito da ippocastani, cedri del Libano, platani e da una fascinosa serra del XIX secolo. Il complesso fa parte del cosiddetto Chilometro della Conoscenza, il percorso culturale e green che raccorda serre, limonaie sul lago, le ville del Grumello e Sucota, oltre alle passeggiate poetiche del Festival Parolario. Non resta che prendere il battello per Cernobbio, Bellagio, Menaggio o Tremezzo per osservare Como dal suo lago.
Mezzegra è una frazione del comune di Tremezzina. La località e i suoi dintorni sono famosi principalmente per diversi motivi: il favoloso paesaggio che si può ammirare dai vicoli del paese affacciato sul Lago di Como, il borgo di Giulino dove furono giustiziati il 28 aprile 1945 il duce Benito Mussolini e la sua amante Claretta Petacci (una lapide ricorda ancora l’accaduto davanti a una villa padronale) ed il nucleo storico di Bonzanigo con i suoi edifici storici di particolare pregio.
10 recommandé par les habitants
Mezzegra
10 recommandé par les habitants
Mezzegra è una frazione del comune di Tremezzina. La località e i suoi dintorni sono famosi principalmente per diversi motivi: il favoloso paesaggio che si può ammirare dai vicoli del paese affacciato sul Lago di Como, il borgo di Giulino dove furono giustiziati il 28 aprile 1945 il duce Benito Mussolini e la sua amante Claretta Petacci (una lapide ricorda ancora l’accaduto davanti a una villa padronale) ed il nucleo storico di Bonzanigo con i suoi edifici storici di particolare pregio.
La Cascata di Colonno o Cascata delle Camogge, nonostante la sua aggressività e forza nel cadere a picco nel Lago di Como, nasconde un piacevole luogo di quiete immerso nella natura a soli pochi minuti di cammino. Se anche a te capita spesso di passare sulla Via Statale Regina, il tratto stradale che inizia a Como e costeggia la riva occidendale del Lago di Como, ti sarai sicuramente accorto di tre importanti fattori: – che si tratta di un percorso immerso in un panorama lacustre mozzafiato ma tortuoso e ricco di strettoie; – che in alta stagione, per via della presenza turistica e dell’alto numero di pullman in circolazione, le code possono durare ore ed ore; – che nel tratto tra Argegno e Colonno dalla montagna scende una cascata che nei giorni di forte pioggia sembra raggiungere la strada. In questo articolo ci occuperemo del terzo fattore cioè della Cascata di Colonno anche conosciuta come Cascata della Camogge per via dal nome della ononima Valle. Questa cascata è facilmente visibile in due diverse visuali, la più semplice è quella dalla Strada Statale Regina nel punto in cui, con un salto finale di una trentina di metri, la Camoggia cade rumorosamente nel lago. L’altro punto invece si trova a metà montagna sopra il paese di Colonno, da dove si può intravedere l’impressionante cascata, alta più di cento metri che a metà s’infrange sulla roccia. Famosa tanto da comparire spesso sui giornali per la ferocia con cui cade in acqua sfiorando la Via Regina, questa selvaggia bellezza naturale nasconde anche un piccolo angolo di quiete a pochi metri dal suo termine. Infatti, a Colonno salendo per Via Cappella, al primo tornante è possibile salire per una scalinata e, senza svoltare nel sentiero che scende, continuando a salire si raggiunge un tratto sterrato che conduce ad un ponte. Una volta arrivati al ponte davanti a noi vedremo una cascata che cade su un piccolo accumulo d’acqua tra i sassi, che poi scende sotto il ponte per terminare con un ultimo tuffo nel lago. Un luogo isolato perfetto d’estate per sfuggire al caldo e ideale per una piacevole sosta dopo una passeggiata nel borgo di Colonno, o prima di intraprendere il percorso Greenway del Lago di Como. La cascata può essere davvero forte a seguito di forti piogge, si consiglia sempre di fare molta attenzione senza sporgersi troppo e senza avventurarsi nel piccolo accumulo d’acqua. Altre volte, a seguito di periodi di siccità, la cascata può non esserci proprio ma solitamente rimane sempre un po’ d’acqua nella piccola bolla. Inoltre dalla scalinata dopo il ponte si raggiunge un piccolo punto panoramico sul Lago di Como, perfetto per scattare qualche foto!
Colonno
La Cascata di Colonno o Cascata delle Camogge, nonostante la sua aggressività e forza nel cadere a picco nel Lago di Como, nasconde un piacevole luogo di quiete immerso nella natura a soli pochi minuti di cammino. Se anche a te capita spesso di passare sulla Via Statale Regina, il tratto stradale che inizia a Como e costeggia la riva occidendale del Lago di Como, ti sarai sicuramente accorto di tre importanti fattori: – che si tratta di un percorso immerso in un panorama lacustre mozzafiato ma tortuoso e ricco di strettoie; – che in alta stagione, per via della presenza turistica e dell’alto numero di pullman in circolazione, le code possono durare ore ed ore; – che nel tratto tra Argegno e Colonno dalla montagna scende una cascata che nei giorni di forte pioggia sembra raggiungere la strada. In questo articolo ci occuperemo del terzo fattore cioè della Cascata di Colonno anche conosciuta come Cascata della Camogge per via dal nome della ononima Valle. Questa cascata è facilmente visibile in due diverse visuali, la più semplice è quella dalla Strada Statale Regina nel punto in cui, con un salto finale di una trentina di metri, la Camoggia cade rumorosamente nel lago. L’altro punto invece si trova a metà montagna sopra il paese di Colonno, da dove si può intravedere l’impressionante cascata, alta più di cento metri che a metà s’infrange sulla roccia. Famosa tanto da comparire spesso sui giornali per la ferocia con cui cade in acqua sfiorando la Via Regina, questa selvaggia bellezza naturale nasconde anche un piccolo angolo di quiete a pochi metri dal suo termine. Infatti, a Colonno salendo per Via Cappella, al primo tornante è possibile salire per una scalinata e, senza svoltare nel sentiero che scende, continuando a salire si raggiunge un tratto sterrato che conduce ad un ponte. Una volta arrivati al ponte davanti a noi vedremo una cascata che cade su un piccolo accumulo d’acqua tra i sassi, che poi scende sotto il ponte per terminare con un ultimo tuffo nel lago. Un luogo isolato perfetto d’estate per sfuggire al caldo e ideale per una piacevole sosta dopo una passeggiata nel borgo di Colonno, o prima di intraprendere il percorso Greenway del Lago di Como. La cascata può essere davvero forte a seguito di forti piogge, si consiglia sempre di fare molta attenzione senza sporgersi troppo e senza avventurarsi nel piccolo accumulo d’acqua. Altre volte, a seguito di periodi di siccità, la cascata può non esserci proprio ma solitamente rimane sempre un po’ d’acqua nella piccola bolla. Inoltre dalla scalinata dopo il ponte si raggiunge un piccolo punto panoramico sul Lago di Como, perfetto per scattare qualche foto!
Tremezzo è noto come il borgo dei giardini e deve il proprio nome alla sua posizione geografica. Si trova di fatto al centro rispetto alla costa del Lago di Como, a metà strada tra il valico svizzero del Canton Grigioni e la Pianura Padana. Il nome sta dunque per “terra di mezzo”. Il comune si suddivide in 10 frazioni di piccole dimensioni, tutte con un proprio motivo d’attrazione per i turisti. Un’area che vanta un panorama naturalistico a dir poco suggestivo, corredato da ville e monumenti di pregio. La storia di Tremezzo Per risalire alle origini di Tremezzo occorre tornare indietro fino al 880 d.C., data cui fa riferimento il primo documento storico certificato che citi la località. Al tempo il nome indicato era Curte Tremecia, mentre la denominazione attuale venne scelta soltanto nei decenni successivi al Mille. Tremezzo vanta una storia a dir poco ricca. Entrò a far parte del sistema difensivo dell’Isola Comacina, schierata al fianco di Milano. Ciò portò all’attacco dei Comaschi, che rasero al suolo il borgo nel 1169. Il periodo più florido risale invece agli inizi del XVII secolo, quando vennero eretti numerosi edifici e ville incantevoli. Il borgo divenne un vero e proprio punto di riferimento per la borghesia italiana ed europea. Era infatti possibile apprezzare famiglie olandesi, francesi e austriache nell’area, avendo scelto le rive del lago come dimora estiva. Tremezzo, cosa vedere La tranquillità domina in ogni dove nel borgo di Tremezzo. Si tratta dell’area ideale per ritrovare un po’ di pace perduta nei caotici centri cittadini, con scenari paesaggistici da sogno. È uno dei borghi barocchi più ricchi d’Italia, caratterizzato da palazzi, chiese e ville che ne arricchiscono il valore architettonico e artistico. Uno dei luoghi simbolo è senza dubbio Villa Carlotta, edificata sul finire del Seicento dal marchese Giorgio Clerici. Un edificio imponente, circondato da un giardino all’italiana curato in ogni dettaglio. Innumerevoli le alte siepi, che mutano colore col passare delle stagioni. Nel corso del XIX secolo la villa si arricchì di opere dal grande valore artistico, tra le quali alcune sculture di Canova e lavori di Hayez e Thorvaldsen. Un vero e proprio museo privato, voluto dal proprietario del tempo, Giambattista Sommariva.
57 recommandé par les habitants
Tremezzina
57 recommandé par les habitants
Tremezzo è noto come il borgo dei giardini e deve il proprio nome alla sua posizione geografica. Si trova di fatto al centro rispetto alla costa del Lago di Como, a metà strada tra il valico svizzero del Canton Grigioni e la Pianura Padana. Il nome sta dunque per “terra di mezzo”. Il comune si suddivide in 10 frazioni di piccole dimensioni, tutte con un proprio motivo d’attrazione per i turisti. Un’area che vanta un panorama naturalistico a dir poco suggestivo, corredato da ville e monumenti di pregio. La storia di Tremezzo Per risalire alle origini di Tremezzo occorre tornare indietro fino al 880 d.C., data cui fa riferimento il primo documento storico certificato che citi la località. Al tempo il nome indicato era Curte Tremecia, mentre la denominazione attuale venne scelta soltanto nei decenni successivi al Mille. Tremezzo vanta una storia a dir poco ricca. Entrò a far parte del sistema difensivo dell’Isola Comacina, schierata al fianco di Milano. Ciò portò all’attacco dei Comaschi, che rasero al suolo il borgo nel 1169. Il periodo più florido risale invece agli inizi del XVII secolo, quando vennero eretti numerosi edifici e ville incantevoli. Il borgo divenne un vero e proprio punto di riferimento per la borghesia italiana ed europea. Era infatti possibile apprezzare famiglie olandesi, francesi e austriache nell’area, avendo scelto le rive del lago come dimora estiva. Tremezzo, cosa vedere La tranquillità domina in ogni dove nel borgo di Tremezzo. Si tratta dell’area ideale per ritrovare un po’ di pace perduta nei caotici centri cittadini, con scenari paesaggistici da sogno. È uno dei borghi barocchi più ricchi d’Italia, caratterizzato da palazzi, chiese e ville che ne arricchiscono il valore architettonico e artistico. Uno dei luoghi simbolo è senza dubbio Villa Carlotta, edificata sul finire del Seicento dal marchese Giorgio Clerici. Un edificio imponente, circondato da un giardino all’italiana curato in ogni dettaglio. Innumerevoli le alte siepi, che mutano colore col passare delle stagioni. Nel corso del XIX secolo la villa si arricchì di opere dal grande valore artistico, tra le quali alcune sculture di Canova e lavori di Hayez e Thorvaldsen. Un vero e proprio museo privato, voluto dal proprietario del tempo, Giambattista Sommariva.

Conseils aux voyageurs

Se déplacer dans les environs

Traghetto, bus, macchina o a piedi

Per scoprire le bellezze del nostro lago,L’accesso all’Isola Comacina è via lago con imbarco a Ossuccio (Taxi-boat) o per mezzo della Navigazione Lago di Como che permette lo sbarco direttamente sull’Isola e il giro del lago. via Bus (C10) o taxi Per gli amanti delle camminate, seguite la splendida Greenway.
Réservez avant de partir

Prenota ristoranti e musei

In alta stagione estiva, e, in questo particolare momento di Covid, e' raccomandato prenotare, in anticipo, i ristoranti, musei e bar per assicurarsi un ingresso facilitato
Que faut-il apporter ?

Portatevi la crema solare e il costume da bagno

Vi consigliamo di portarvi il costume da bagno, sia per poter usare la jacuzzi, messa a disposizione per i nostri ospiti, sia per farvi una nuotata nel lago o, semplicemente prendere il sole e, visto che ci siamo, non dimenticate la crema solare! Se avete intenzione di scoprire certe mete della favolosa Greenway, portatevi un paio di pantaloni corti, lunghi, occhiali da sole, cappello e scarpe comode per poter camminare
Se déplacer dans les environs

Varianti per arrivare al villino

il 5 Aprile 2022, la strada Statale Regina riparira', dopo aver subito dei lavori necessari, durante i lunghimesi invernali nello scopo di effettuare una nuova variante Tremezzina, senza dover passare dalla strada del lago.